In Italia, le scuole fanno i conti con risorse scarse: edifici vecchi, materiali didattici che sembrano usciti da un’altra epoca e insegnanti che fanno miracoli con poco. Giusto per avere un quadro chiaro, nel 2022 l’Italia ha destinato solo il 4,1% del PIL all’istruzione, mentre la media europea ci supera tranquillamente. Questo si traduce in disuguaglianze sempre più evidenti, soprattutto nelle aree svantaggiate, dove gli studenti a malapena vedono un computer in aula.
È qui che entra in scena School Raising, la piattaforma di crowdfunding nata nel 2014 per colmare il gap tra le scuole e le risorse. Non parliamo di qualche raccolta fondi occasionale, ma di una vera e propria rete che unisce scuole, imprese e cittadini per finanziare progetti didattici e strutturali che altrimenti rimarrebbero sulla carta. Ad oggi, con oltre 150 progetti attivi e un tasso di successo del 70%, School Raising sta cambiando le regole del gioco.
Il bello di questa piattaforma? Non si tratta solo di soldi: è un modo per coinvolgere attivamente la comunità, dando la possibilità a tutti di partecipare al miglioramento dell’istruzione. E non parliamo solo di scuole in difficoltà, ma di creare opportunità per garantire a tutti i ragazzi un futuro migliore. Le scuole si evolvono, le risorse arrivano e la comunità diventa parte integrante del cambiamento. In un paese dove l’istruzione a volte sembra un po’ dimenticata, School Raising dimostra che la collaborazione può davvero fare la differenza. E questo è solo l’inizio!