Benvenuti nell’era digitale, dove ogni click può essere una mina vagante. La transizione dal mondo fisico al digitale ha portato un’ondata di comodità, ma ha anche aperto le porte a un esercito invisibile di cybercriminali, pronti a colpire dietro ogni schermo. Nel decennio passato, i crimini informatici sono esplosi del 10,1% annuo, rendendo ognuno di noi un potenziale bersaglio. Nel 2023, l’11% di questi attacchi ha lasciato il segno in Italia, mettendo in allarme ogni utente connesso.
Ma non tutto è perduto nel cyberspazio. Recentemente, il 20 giugno 2024, è stata varata la legge del DDL Cyber Security, un vero e proprio scudo contro i pirati del web, con l’obiettivo di rafforzare le difese italiane, punire severamente i reati informatici e introdurre nuove figure di crimine digitale.
Sul fronte privato, la risposta è stata altrettanto robusta: start-up come Unguess Security hanno portato innovazione con una flotta di oltre 500 Ethical Hacker*. Questi moderni corsari del bene utilizzano strumenti come Bug Bounty Programs*, Red Teaming*, e Penetration Testing* per navigare e bonificare il mare digitale dalle minacce.
Le nostre vite digitali sono in bilico su una rete sempre più minacciata. Tra legislazioni stringenti e tecnologie innovative, ci armiamo per una battaglia che non concede tregua. Ricordiamoci che ogni nostra azione online può contribuire a rafforzare questa difesa collettiva o, al contrario, lasciarci alla deriva in acque infestate. Alla fine, anche se il nemico è invisibile, la lotta è molto reale.
Un ethical hacker, o hacker etico, è un professionista della sicurezza informatica che utilizza le sue competenze per identificare e risolvere le vulnerabilità di un sistema prima che possano essere sfruttate da malintenzionati. Operano sempre con il permesso esplicito dell’organizzazione che intendono testare.
Questi programmi incentivano gli individui a trovare e segnalare bug o vulnerabilità nei software o sistemi di un’organizzazione. In cambio, gli hacker ricevono una ricompensa, spesso economica, proporzionata all’importanza del bug scoperto.
Il Red Teaming è un esercizio di simulazione di attacchi su larga scala contro le infrastrutture di sicurezza di un’azienda per testarne la resistenza. Questo approccio utilizza tecniche reali di attacco per vedere come reagiscono i sistemi e il personale.
Questo test, noto anche come test di penetrazione, è una pratica di valutazione della sicurezza in cui gli esperti tentano di sfruttare le vulnerabilità dei sistemi informatici. L’obiettivo è scoprire punti deboli prima che possano essere esposti a attacchi reali.